KARATE
Si ipotizza che il Karate risalga a più di mille anni fa. Bodidharma (TA
MO in cinese) giunse al monastero di SHAOLIN provincia di Honan in
Cina, ideò alcuni esercizi, atti a rinvigorire il corpo e lo spirito
degli adepti monaci.
La rigida disciplina monastica e la conoscenza mista all’arte,
modificarono con gli anni l’allenamento psico-fisico per divenire quello
che è conosciuto con il nome di metodo combattimento Shaolin, Dopo
varie vicissitudini tale arte arrivò ad Okinawa e si mescolò con le
tecniche indigene. Sia il signore dell’antica okinawa e Kagoshima:
feudatario all’epoca del Kiushu in Giappone, proibirono l’uso delle
armi, da qui si sviluppo il combattimento senza armi e la difesa
personale. Quest’arte dapprima per la sua origine cinese venne chiamata
karate, ideogramma avente il significato di “mano cinese”. Funakoshi
Gichin morto nel 1957 all’età di 88 anni, fondatore del karate moderno,
mutò gli ideogrammi in “mano vuoto” pur rimanendo invariato il suono.
Funakoshi scrisse : ” Come la superficie lucida di uno specchio riflette
tutto ciò che le sta davanti e la valle silenziosa riporta ogni più
piccolo suono, così chi si accinge a praticare il karate deve rendere il
proprio spirito vuoto da ogni egoismo e malvagità in uno sforzo per
reagire convenientemente dinanzi a tutto ciò che può incontrare”. Nel
1922 il maestro Funakoshi, professore all’università di Okinawa, diede
una lezione dimostrativa di quest’arte in Giappone. Questa dimostrazione
impressionò a tal punto che il maestro rimase in Giappone per insegnare
il Karate presso varie università e nel 1936 fondò lo Shotokan. Nel
1955 fu fondata la Japan Karate Association, Funakoshi era il
responsabile tecnico. Nel 1958 l’associazione fu riconosciuta dal
ministero dell’educazione giapponese e celebrò il primo campionato
nazionale di Karate. L’associazione conta oggi oltre 120mila allievi e
circa 400 società affiliate in tutto il mondo. CODICE D’ONORE DEI
SAMURAI Non ho genitori: i miei genitori sono il cielo e la terra. Non
ho poteri divini: il mio potere è la lealtà. Non ho mezzi: i miei mezzi
sono l’obbedienza. Non ho potere magico: la mia magia è la forza
interna. Non ho né vita né morte: l’eterno sono la mia vita e la mia
morte. Non ho corpo: il mio corpo è la forza. Non ho occhi: i miei occhi
sono la luce del lampo. Non ho orecchie: le mie orecchie sono la
sensibilità. Non ho membra: le mie membra sono la prontezza. Non ho
progetti: i miei progetti sono l’occasione. Non ho miracoli: i miei
miracoli sono il dharma. Non ho principi: i miei principi sono
l’adattabilità a tutte le cose. Non ho amici: i miei amici sono la mia
mente. Non ho nemici: i miei nemici sono l’imprudenza. Non ho corazza:
la mia corazza sono la buona volontà e rettitudine. Non ho castello: il
mio castello è la mia mente irremovibile. Non ho spada: la mia spada è
il sonno della mia mente.